Anche la zootecnia sostenibile può dare il suo contributo nella battaglia globale per contenere l’impatto del cambiamento climatico attraverso la riduzione delle emissioni. È quanto emerge dai risultati del progetto Life Beef Carbon, coordinato per l’Italia dal CREA, con il suo centro di Zootecnia e Acquacoltura.

Nato con l’obiettivo di ridurre del 15% le emissioni di gas ad effetto serra negli allevamenti bovini da carne in 10 anni, Life Beef Carbon ha in realtà superato le aspettative. In Italia (uno dei paesi produttori di carne coinvolti insieme a Francia, Irlanda e Spagna) le emissioni si sono ridotte in soli 3 anni del 10% in media, del 15% qualora venga adottata più di una strategia di mitigazione.

Le misure che si sono rivelate più efficaci per la mitigazione sono risultate il miglioramento della dieta e dell’alimentazione dell’animale, la cura per il benessere, l’uso delle deiezioni zootecniche per produrre energia rinnovabile e la gestione dei reflui zootecnici per la fertilizzazione di campi. È stato evidenziato anche il ruolo chiave svolto dal miglioramento delle prestazioni produttive per ridurre l’intensità di emissione.

Da sottolineare, infine, come l’adozione anche solo di alcune delle misure (soprattutto quelle tese al miglioramento delle condizioni di benessere degli animali) apporti vantaggi economici per l’allevatore.

Tutto ciò ha consentito la riduzione del carbon footprint (impronta di carbonio) della carne prodotta, calcolato a partire da una serie di dati raccolti quali la superficie aziendale, gli animali allevati, le colture, l’alimentazione e il tipo di allevamento, includendo i gas ad effetto serra emessi sia nell’ambito dell’allevamento, sia per produrre i mangimi acquistati, i fertilizzanti, le sementi, i fitofarmaci, i combustibili e l’energia elettrica.