«Questo è l’ennesimo caso di illegalità sul cibo ed è una vergogna che questo carico di merci fosse destinato proprio ad un territorio come la Provincia di Cuneo, che è la patria della carne, culla, oltretutto, della storica razza Piemontese e dove sono presenti 2.124 allevamenti di bovini di razza Piemontese, con oltre 156.000 capi allevati». A dirlo il delegato confederale di Coldiretti Roberto Moncalvo commentando la notizia del tir spagnolo fermato sulla Torino-Savona e che trasportava carne conservata in maniera non idonea. «L’autocarro viaggiava con carne fresca e surgelata, anche se quella fresca avrebbe dovuto viaggiare ad una temperatura di 2 gradi e la seconda di meno 20°. Un’irregolarità che mette in forte rischio la sicurezza alimentare», prosegue Moncalvo.

«Scovare casi come questo significa fare chiarezza e sanzionare chi, pur di scegliere strade più economiche, mette a repentaglio la salute dei cittadini. Dobbiamo tenere alta l’attenzione e vigilare per evitare tali episodi che, oltretutto, rischiano di danneggiare chi opera nel rispetto delle regole. Invitiamo i macellai e la grande distribuzione del territorio a valorizzare le nostre produzioni, prediligendo la carne etichettata secondo i disciplinari previsti dai consorzi piemontesi, quali Coalvi, Asprocarne, Compral e Co&C. Ciò ci consentirà di avere una garanzia sulla qualità, salubrità e provenienza del prodotto. Scegliere di acquistare nelle aziende o nei mercati Campagna Amica vuol dire avere la certezza di portare in tavola prodotti freschi, genuini e tracciabili».

Gli fa eco il direttore di Coldiretti Cuneo Tino Arosio: «Dopo fatti simili è urgente attuare in Europa il processo di trasparenza dell’origine su tutti i prodotti e si rende necessario rimuovere il segreto di Stato sulle importazioni di prodotti alimentari, come ha affermato la sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha accolto un ricorso promosso da Coldiretti per il settore lattiero caseario. Se venisse rimosso il segreto per tutti i comparti, oggi sapremmo da dove arrivava questa carne e dove era diretto il carico sequestrato».