Attenzione ai cibi ultra-processati

Aumentano i rischi di glicemia, con un basso potenziale di sazietà

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Numerosi studi scientifici indicano come gli alimenti ultra-processati rappresentino un rischio per la salute, aumentando le probabilità di obesità, ipertensione, malattie coronariche e cerebrovascolari, dislipidemia, sindrome metabolica e disturbi gastrointestinali.

Tuttavia, nei paesi ad alto reddito come gli Stati Uniti e il Regno Unito rappresentano più della metà dell’energia alimentare totale consumata e tra un quinto e un terzo in nazioni come il Brasile e il Messico. Si tratta tipica mente di prodotti ad alto contenuto energetico, ricchi di zuccheri, grassi nocivi e sale e poveri di fibre alimentari, proteine, vitamine e minerali. 

Studi sperimentali indicano che gli alimenti ultra-processati inducono risposte glicemiche elevate e hanno un basso potenziale di sazietà e creano un ambiente intestinale che seleziona i microbi che promuovono diverse forme di malattie infiammatorie.

Ma com’è possibile riconoscere un cibo ultra processato sugli scaffali dei supermercati?

L’industria alimentare non è obbligata a indicare sulle etichette i processi utilizzati nei suoi prodotti e ancor meno gli scopi di tali processi. Da qualche tempo, esiste l’applicazione per smartphone Food Scanner, creata dall’organizzazione no-profit Open Food Facts, con sede in Francia, che consente ai consumatori di identificare tra più di 145.000 prodotti confezionati, gli oltre 75.000 ultra-processati, semplicemente scansionandone il codice a barre.