La genetica al servizio dell’agricoltura

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Il dibattito sulle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) in Europa continua a essere molto acceso, con un contrasto tra due visioni divergenti. Si tratta di nuove biotecnologie che si sono sviluppate a partire dagli anni 2000: le tecniche principali sono la cisgenesi e l’editing del genoma.

La differenza tra queste nuove tecniche e gli OGM sviluppati a partire dagli anni ‘70 è che, mentre gli OGM prevedono l’inserzione nel genoma di un organismo delle sequenze di geni di altre specie (dunque del DNA estraneo), le TEA intervengono sul genoma di un organismo con geni della stessa specie: il risultato dunque non è una transgenesi come nel caso degli OGM, ma una mutagenesi, ovvero una mutazione.

Le associazioni di categoria favorevoli alle TEA, come Coldiretti e Confagricoltura, le considerano fondamentali per l’agricoltura e per rispondere ai cambiamenti climatici. Recentemente, hanno promosso un manifesto per accelerare l’approvazione del regolamento europeo, chiedendo l’istituzione di un comitato interministeriale e una campagna di sensibilizzazione. Dall’altra parte, oltre 200 organizzazioni europee, tra cui Greenpeace e IFOAM, si oppongono alle TEA, definendole “nuovi OGM”.

Le critiche riguardano i rischi per la sicurezza ambientale e sanitaria, la dipendenza crescente degli agricoltori dalle multinazionali, e la perdita di biodiversità. Inoltre, temono l’assenza di etichettatura per i prodotti derivati da queste tecniche, che potrebbero danneggiare i settori biologico e OGM-free.

Il futuro delle TEA in Europa dipenderà dalle decisioni delle istituzioni europee, che dovranno trovare un equilibrio tra innovazione e sostenibilità, considerando sia gli interessi industriali che le preoccupazioni della società civile. I prossimi mesi saranno cruciali per determinare la direzione della normativa.