In Europa gli estoni primi sui latticini

Consumano 121 kg di prodotto all’anno, dietro gli irlandesi

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Centoventuno chilogrammi all’anno. È la media pro capite dell’Estonia, il paese del vecchio continente che svetta in cima alla classifica dei consumi europei di latte. Sul secondo gradino del podio si piazzano gli irlandesi (113kg), seguiti da finlandesi (104kg), danesi (80kg), austriaci e svedesi (74kg). L’Italia, dove negli ultimi dieci anni si è assistito a un lento ma inesorabile trend di discesa, risale nella lista: complice il lockdown, nel Belpaese sono aumentati gli acquisti di prodotti lattiero-caseari, tra cui latte fermentato e yogurt.

I dati, forniti da Assolatte in occasione del Work Milk Day, certificano come il latte sia la bevanda-alimento più consumata nel mondo, rappresentando in Europa il secondo settore per dimensioni e fatturato all’interno nell’ambito della produzione agricola.

E anche se il più consumato è quello vaccino (che rappresenta circa l’85% del totale), esistono produzioni di nicchia che incontrano il gusto di molti. Su tutte quella caprina, con il prodotto che può essere direttamente consumato, quella ovina, riservata invece all’industria alimentare.

Se estendiamo l’orizzonte, arrivando fino alla Somalia e all’Arabia Saudita, scopriamo che in alcuni paesi africani non è raro consumare latte di cammello, un animale che produce dai 5 ai 20 litri di latte al giorno, simile nel gusto – anche se più salato – a quello vaccino. In India e Paskistan, il bufalo d’acqua viene allevato anche per il suo latte, che risulta più cremoso e bianco di quello di vacca, mentre in diversi paesi asiatici (soprattutto in India) il latte di Sahiwal, pregiata razza bovina, è particolarmente apprezzato. Esiste anche il latte di Yak, il bue tibetano tipico della regione dell’Himalaya, così come quello di renna, prodotto soprattutto in Scandinavia. In Russia e Svezia è ricercato il latte di alce, molto più proteico e grasso rispetto a quello vaccino, ma dal costo esorbitante: ogni animale ne produce da 1 a 6 litri al giorno, contribuendo a tenere altissimo il valore del prodotto.