L’etichetta Nutriscore convince sempre meno

La Spagna, inizialmente favorevole al sistema, si tira indietro; crescono gli scettici

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Continua la battaglia di Federalimentare contro il Nutriscore, il sistema di etichettatura dei cibi che dovrebbe indicare il grado di salubrità di un prodotto in etichetta attraverso l’utilizzo di un semaforo, ma che porta con sé tantissime contraddizioni. A supporto delle proprie tesi, Federalimentare cita le perplessità espresse da numerosi Paesi europei che, se inizialmente si erano detti favorevoli al sistema di etichettatura, dopo aver ragionato con più calma hanno deciso di fare un passo indietro: è il caso della Spagna (che aveva annunciato l’introduzione del Nutriscore entro il 2021, ma dove oggi tutti i partiti sono contrari), della Svizzera (dove il Consiglio degli Stati ha approvato una mozione che invita a considerare gli effetti negativi dello schema a semaforo), della Romania (che ne ha addirittura vietato l’utilizzo) e della Polonia. “Appare ormai chiaro che a sostenere l’adozione del Nutriscore in Europa sia solo un ristretto gruppo di cinque Paesi (Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo), lontanissimo dalla maggioranza qualificata richiesta da un eventuale voto in sede di Consiglio europeo, che prevede un minimo di 15 Stati favorevoli, rappresentanti almeno il 65% della popolazione europea. Al contrario, il fronte degli oppositori, che già nel 2020 annoverava sette Paesi (Italia, Cipro, Grecia, Lettonia, Repubblica Ceca, Romania e Ungheria), con Spagna e Polonia si è allargato al punto da superare ampiamente la minoranza di blocco – pari a quattro Paesi e il 35% della popolazione UE – necessaria per fermare un’eventuale proposta per l’introduzione del Nutriscore”, evidenziano da Federalimentare.