Prodotti taroccati, due su tre all’estero

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Uno degli effetti indiretti della guerra in Ucraina, che ha inevitabilmente rallentato gli scambi commerciali nel mondo, è il moltiplicarsi di prodotti “taroccati” che cercano di imitare – per lo più con pessimi risultati – le eccellenze agroalimentari italiane.

Tanto che, per colpa del cosiddetto italian sounding, quasi 2 prodotti tricolore su tre sono dei falsi senza alcun legame produttivo con il nostro paese.

Un mercato che, secondo quanto diffuso in occasione del Summer Fancy Food (una fiera di settore che si è tenuta a New York), il valore del mercato del falso Made in Italy a tavola è salito a 120 miliardi di euro. Come da tempo accade, a dominare la triste classifica dei prodotti più contraffatti ci sono le imitazioni del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano, ma non mancano i tentativi di copia del Gorgonzola, del Pecorino romano o dell’Asiago. La “finta” mozzarella è uno tra gli alimenti maggiormente diffusi, così come i salumi (dal Parma al San Daniele, dalla mortadella di Bologna al cacciatorino).

È probabilmente negli Usa  che si concentra la maggior produzione di similari: secondo Coldiretti, circa il 90% dei formaggi contraffatti è realizzato in Wisconsin, California e New York, con il quantitativo record di 2,6 miliardi di chilogrammi, tanto da aver superato la produzione  di formaggi americani (Cheddar, Colby e altri).