CARMAGNOLA 

Immersa nel verde, a pochi passi da Carmagnola, c’è la Cascina Fiume, azienda agricola con 150 vacche da latte gestita da Gianfranco Tachis (classe 1967) e dai figli Fabio (1994) e Stefano (1996).

LE ORIGINI

Tutto ha origine a Cascina Isonzo, in località Casanova, dove il bisnonno Giovanni Tachis (classe 1902) e la bisnonna Caterina Fabaro (1911) si trasferiscono all’inizio degli anni Trenta.

Si tratta di una cascina, con annesse una settantina giornate di terra, fatta realizzare nel 1927 dal Duce disboscando l’intera area e data in prelazione ai reduci, affinchè potessero rifarsi una vita dopo le difficoltà patite nella Grande Guerra. Fortunatamente i Tachis non avevano partecipato al conflitto bellico, ma riuscirono a rilevarla da un combattente.

È qui che nasce la dinastia dei Tachis grazie ai dieci figli nati in appena vent’anni.

Lucia, del 1932, fu la prima, seguita da Agnese (1933), Antonio (1936), Orsolina (1937, suora missionaria per cinquant’anni tra Brasile e Africa che scoprì la sua vocazione nella vicina abbazia di Casanova), Giovanni (1939), Domenica (1942), Tommaso (1945), Ottavio (1947), Michelangelo (1949) e Carlo (1952).

La vita scorre tranquilla a Cascina Isonzo, fino a quando il 5 maggio 1963 il figlio più grande, Antonio, si sposa con Agnese Favaro (1939), una ragazza che conosceva da sempre dal momento che i suoi genitori avevano una cascina poco lontano da lì.  Perché, come ricorda la stessa Agnese, «ai tempi non c’era l’automobile e ci si fidanzava tra vicini».

Tempi spensierati in cascina
La vita in cascina

IL VIAGGIO IN OLANDA

L’anno successivo (1964), Giovanni vendette tutte le vacche piemontesi decidendo così di rinnovare le bestie. «Prese l’apparecchio e volò in Olanda – spiega ancora nonna Agnese – e tornò indietro con una quindicina di mucche a cui aggiunse altrettanti animali acquistati nella zona».

E da lì ci si ingrandì.  Ma da soli poichè Antonio e la moglie Agnese, che nel frattempo aveva avuto il primogenito Gianfranco (1967), il giorno di Natale si spostarono al Sabotino con una ventina di bestie per ripartire da capo.

Nella nuova cascina nascono gli altri figli di Antonio ed Agnese: Agostino nel 1969, Caterina, nel 1972 ed Enrico nel 1978. Intanto l’azienda del Sabotino cresce e nel 1971, con l’arrivo di Giovanni, si costruisce la stalla che poteva contenere fino a 60/70 vacche.

Nel 1975, zio “Masino” da Isonzo si trasferisce a cascina Trento (della sua storia ci occuperemo nei prossimi numeri).

CASCINA FIUME

È il 1980 quando nonno Antonio acquista Cascina Fiume. La famiglia lascia il Sabotino con una trentina di vacche per ripartire, ancora una volta, da zero.

Nel 1986 le redini passano ai figli Gianfranco e Agostino e viene costruita una nuova stalla con sala di mungitura che verrà innovata e ingrandita per altre cinque volte (cinque anni fa gli ultimi lavori).

Intanto la sorella Caterina si sposa con un vicino di casa, continuando a lavorare sempre in ambito agricolo. Enrico, invece,  apre un’azienda per la lavorazione di frutta, verdure e confetture, sempre in Cascina Fiume.

È a Cascina Fiume che Gianfranco incontra Nadia Sepertino, che sposa nel 1993. Dal matrimonio nascono i figli Fabio (1994), Stefano (1996), Lorena (2000, che lavora nell’azienda dello zio Enrico) e Daniele (2011).

Se nel 1986 c’erano 60 vacche da latte, a 35 anni di distanza ce ne sono 150 e la volontà è di ampliarne ancora il numero.

Gli anni 2000 sono di gran cambiamento per i Tachis, con l’inizio della collaborazione con il caseificio Biraghi.

Nel 2018 zio Agostino esce formalmente dall’azienda, lasciando spazio a Fabio e Stefano (i figli maggiori di Gianfranco) che come prima decisione acquistano due robot per la mungitura. Ogni macchinario è in grado di gestire circa 65 vacche al giorno.

«L’acquisto dei robot è stato molto importante per la nostra azienda – spiegano i due ragazzi – poiché le vacche sono libere di farsi mungere quando vogliono, senza costrizioni, 24 ore su 24». Ogni animale passa in media tre volte al giorno e in cinque minuti, tutto compreso, la macchina riesce a mungere l’animale e calcolare contemporaneamente quanto cibo proporre, quanto latte dovrebbe essere complessivamente munto e sottoporrlo a tutti i controlli del caso.

I robot hanno facilitato i Tachis anche nella gestione del lavoro, permettendo di focalizzarsi di più su alcuni aspetti che prima non erano gestiti al meglio visto che ad occuparsi sono soltanto loro tre. «Fino al 2018 eravamo tutti impegnati 4 ore al mattino e altrettanto al pomeriggio, ora i tempi sono più rilassati e possiamo permetterci di svegliarci anche un’ora dopo rispetto al solito, alle 6,30», aggiungono, affermando che probabilmente, a fine 2021 arriverà il terzo robot.

Il robot per la mungitura degli animali

Una famiglia molto unita, anche se divisa in più cascine, tanto che i mezzi agricoli e gli insilati vengono usati in condivisione da tutti.

Ma oggi il vero problema del carmagnolese, e di conseguenza di tutti i cugini Tachis, è il rischio che parte di quel terreno venga utilizzato come centro raccolta scorie nucleari. «Noi ci troviamo ad un paio di chilometri dall’area individuata e alcuni nostri vicini perderanno parte degli appezzamenti di loro proprietà e diverse cascine verranno rase al suolo. Un vero peccato, visto che il terreno è fertile. Chissà come mai hanno hanno preso in considerazione anche questa zona…», concludono sperando che chi deve decidere cambi idea.

1902

In località Casanova, nasce Giovanni il capostipite della famiglia

1936

Arriva Antonio, primo figlio maschio, nato dall’unione con caterina, mamma di dieci figli

1964

Il viaggio in Olanda per acquistare i nuovi capi da destinare alla stalla di Cascina Sabotino

1980

Il trasferimento a Cascina Fiume assieme alla famiglia:

i figli Gianfranco e Agostino prenderenno poi le redini dell’azienda

2018

Agostino lascia spazio ai nipoti Fabio e Stefano, che introducono i robot per la mungitura degli animali