Si contano i danni della gelata record

Compromesso il comparto frutticolo, chiesti interventi pubblici

725

Una gelata come questa non si vedeva da cinquant’anni.

A distanza di qualche settimana dal freddo record dei primi giorni d’aprile, con il termometro sceso nella notte fino a sette gradi sotto lo zero, il comparto agricolo si trova a fare i conti con le conseguenze di una gelata che ha compromesso gravemente i raccolti di quest’anno, in un’area a forte vocazione frutticola come quella del saviglianese e del saluzzese. A Lagnasco, si è riunito il “Tavolo della Frutta Monviso” convocato con urgenza per individuare le strategie e chiedere interventi di sostegno alla Regione.

Al momento i danni fanno presagire una riduzione del 70-80% per le pesche, nettarine, susine, albicocche e ciliegie, del 90% per l’actinidia, del 20-25% per le mele con punte del 50% in determinate zone, mentre per il nocciolo la situazione è più varia con zone condanni del 60-70% ed altre del 20-30%.  La prima azione intrapresa è stata chiedere lo stato di “calamità naturale” in quanto le gelate, oltre a provocare danni alle colture, con una perdita di reddito degli agricoltori, creerà danni come effetto domino a tutto la filiera ed all’indotto che il comparto ortofrutticolo coinvolge sul nostro territorio. Per questo non solo i produttori agricoli avranno una significativa perdita di reddito ma anche le strutture di confezionamento (siano esse organizzazione di produttori, cooperative o società) avranno difficoltà nel far fronte ai costi fissi, agli ammortamenti, agli investimenti, alle rate dei muti, che porterà a ricadute occupazionali ed alla perdita di quote di mercato.