Allevamenti scagionati sui gas serra

Complessivamente, le emissioni sono inferiori a quelle assorbite

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Le attività zootecniche non possono essere ritenute responsabili dell’aumento dei gas serra. A questa conclusione, che contraddice ciò che spesso si sente dire, è arrivato uno studio condotto in collaborazione con l’Università di Napoli Federico II, dov’è stato fatto un bilancio tra le emissioni totali delle attività zootecniche al mondo e l’anidride carbonica sottratta dall’atmosfera dalle coltivazioni vegetali destinate all’alimentazione degli animali allevati. Dai dati emerge che la CO2 sottratta dall’atmosfera dalle coltivazioni è circa 4 volte superiore alla somma di quella emessa da lavorazioni agricole, dalle fisiologiche fermentazioni ruminali e alla gestione delle deiezioni.

Nel dettaglio, si è dimostrato che le coltivazioni hanno sottratto dall’atmosfera circa 23 miliardi e 700 milioni di tonnellate di CO2. Di contro, le emissioni attribuibili ai processi di lavorazione, alla produzione di fertilizzanti e pesticidi e ai carburanti ed energia elettrica sono state stimate essere 1,9 miliardi di tonnellate; lo stoccaggio del letame, lo spandimento per la fertilizzazione e quello lasciato sul pascolo hanno prodotto una quantità di gas serra nel mondo di 1,4 miliardi di tonnellate di CO2; le emissioni ruminali di metano, convertite in CO2 equivalente, prodotte nel mondo risultano essere circa 2,3 miliardi di tonnellate: complessivamente, le emissioni totali sono di circa 5,7 miliardi di tonnellate.