Il diabete di tipo 2 è in forte crescita: oggi colpisce oltre 540 milioni di persone nel mondo, e si prevede che i numeri aumenteranno ancora. È una malattia che peggiora la qualità della vita e aumenta il rischio di problemi al cuore e alla circolazione.
Oltre ai classici fattori di rischio come sedentarietà, fumo e dieta poco sana, l’attenzione si sta concentrando su un tipo di cibo sempre più presente sulle nostre tavole: gli alimenti ultra-processati.
Parliamo di prodotti industriali come bevande zuccherate, piatti pronti, cereali da colazione e dolci confezionati, spesso ricchi di zuccheri, grassi e additivi. Negli ultimi anni, diversi studi hanno collegato il consumo elevato di questi cibi a obesità, malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2.
Una recente ricerca condotta in otto Paesi europei ha confermato il legame tra alimenti ultra-processati e rischio più alto di diabete: le persone che mangiano più alimenti ultra-processati hanno una maggiore probabilità di sviluppare il diabete; al contrario, chi consuma più cibi freschi o poco lavorati (come frutta, verdura, legumi, pasta, pane e carne non trasformata) ha un rischio più basso.
Sostituire anche solo il 10% di questi cibi ultra-processati con alternative più semplici e naturali può ridurre sensibilmente il rischio. Attenzione però: non tutti questi alimenti fanno male allo stesso modo: bevande zuccherate e piatti pronti sono tra i più problematici, mentre altri, come pane o alcuni cereali, sembrano avere effetti meno negativi.
Il problema non è solo cosa contengono, ma anche come sono fatti: additivi, conservanti, sapori artificiali e una “iper-palatabilità” che spinge a mangiarne troppo. Anche il marketing gioca un ruolo nel farceli preferire. Questi risultati rafforzano l’importanza di una dieta il più possibile basata su cibi freschi e poco lavorati. Piccoli cambiamenti nelle abitudini alimentari possono fare la differenza nella prevenzione del diabete.