Due stalle,un’unica passione

I cugini Fissore portano avanti la tradizione di famiglia

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CARAMAGNA

Quando attraversò il piccolo ponte sulla bealera che divide Racconigi da Caramagna la strada era ancora di terra battuta. Stessa frazione, due comuni diversi. Ad Oia, al fondo della via, la cascina da cui tutto sarebbe cominciato, dove si sarebbe scritta la prima pagina dell’azienda agricola Fissore. Lui era Antonio, classe 1904, contadino d’altri tempi di Besanzone, terra di mezzo tra Monasterolo e Ruffia. Era il 1960. Gli anni del boom economico, quando gli agricoltori lasciavano l’incertezza dei campi per un posto sicuro in fabbrica.

Non Antonio, che con la moglie Marta Vallauri decise di trasferirsi nella cascina messa in affitto dall’Ospedale di Carmagnola. Una stalla di trentatré metri, qualche giornata di terreno e una casa dove vivere con i figli Costanzo, Giuseppe, Giovanni, Giuseppina ed Eleonora. Una cinquantina di capi Piemontesi, liberi di pascolare e munti a mano. Due, tre bidoni di latte ogni giorno, lasciati proprio su quel ponticello, sopra un carrettino, aspettando che arrivasse qualcuno. Nei giorni di sole si coprivano con un telo scuro o si cercava riparo all’ombra di in albero. Già allora c’era un furgoncino marchiato “Biraghi” a raccoglierli per portarli a Cavallermaggiore e trasformare il latte in formaggio. Quel camioncino è diventato una moderna autocisterna, così come si è evoluta l’azienda agricola oggi portata avanti dalla terza generazione di Fissore. Quando arriva ad Oia, Antonio è già padre.

Costanzo, il figlio più grande, per qualche anno rimane in cascina. Poi si sposa, trasferendosi a Cavallerleone. A mandare avanti l’azienda con il papà restano Giuseppe (classe ’37) e Giovanni (classe ’44). Per loro, la vita è la campagna. Abituati fin da bambini a vivere in mezzo agli animali e alla fatica, decidono di proseguire l’attività del padre. L’intraprendenza dei due ragazzi si scontra però con un contratto d’affitto che si rinnova ogni San Martino, che non premette investimenti sul futuro. Alla metà degli anni Settanta arriva la svolta. L’Ospedale di Carmagnola decide di vendere. Così, nel 1975 viene siglato l’atto di acquistò: oltre alla cascina, i fratelli comprano 104 giornate di terreno. I progetti di Giuseppe e Giovanni possono così diventare qualcosa di concreto, in un’impresa da far crescere e consegnare in eredità alla prossima generazione. Perché nel frattempo la famiglia si è allargata. Conosciuta una domenica durante una gita parrocchiale al santuario di Crissolo, Margherita Varetto (originaria di Bonavalle, località di Murello) diventa la moglie di Giuseppe nel 1965. Pochi anni dopo nascono Tonino (1968) e Paola (1971). Un’altra Margherita (Raineri, di Villanova Solaro) diventa la compagna di vita di Giovanni. Dopo le figlie Marta (1979), Simona (1980) e Raffaella (1983), arriva Silvio (1986).

È lui, con il cugino Tonino, a portare avanti la tradizione degli allevamenti Fissore. La strada per arrivare ad oggi è stata lunga. Il primo fondamentale tassello viene posizionato all’indomani dell’acquisto della cascina. Nel 1976 i due fratelli decidono di costruire una nuova stalla, più grande e adatta alle esigenze. Due file di vacche legate, con la vecchia struttura usata per accogliere gli animali di rimonta. Circa sei quintali di latte munti ogni giorno, con bestie alimentate prevalentemente ad erba. Per una ventina d’anni l’azienda procede sulla sua strada, crescendo un pezzo alla volta. Nel 1996 la decisione di mettersi nuovamente al passo con i tempi: la stalla viene ampliata e riconvertita, per consentire la stabulazione libera degli animali, e viene creata la sala mungitura che sostituisce il vecchi sistema di “trasporto latte” utilizzato negli anni Ottanta.

È in quel momento, nel 1998 (quando vengono conclusi i lavori), che la terza generazione di Fissore entra ufficialmente all’interno dell’azienda agricola: Tonino prende il posto del papà Giuseppe, lavorando insieme allo zio. «Ero l’unico a scuola a saper rispondere alla domanda della maestra su che cosa avrei voluto fare da grande – racconta –. Il contadino è sempre stata la mia risposta». E infatti, finite le medie, Tonino si getta anima e corpo all’interno dell’attività di famiglia, assumendo sempre più responsabilità fino alla sostituzione del padre. Arrivano gli anni Duemila, il difficile periodo delle quote latte e del subbuglio all’interno del mondo agricolo. Giovanni inizia a pensare al futuro, al figlio appena maggiorenne.

È il 2004 quando matura l’idea di separare le due aziende. Da una parte Tonino, dall’altra Silvio (prima il papà Giovanni, mancato lo scorso anno). Sulla carta due realtà divise, ma che rappresentano la continuità della storia Fissore. Tonino (che nel 1998 ha sposato Giusy, autoctona di Oia) mantiene la stalla già attiva: oggi alleva circa 110 animali, una sessantina di capi in mungitura. Silvio, sposato da tre anni con Valentina, costruisce una nuova casa e una nuova stalla: 85 vacche in mungitura, circa 180 animali allevati. Per entrambi, due mungiture giornaliere, con una conduzione familiare dell’azienda. «Fare paragoni con il passato è difficile – spiega Silvio –. Non è cambiato soltanto il modo di mungere, oggi più igienico e facile, ma l’approccio globale all’allevamento delle vacche da latte.

  • 1960 Nonno Antonio si trasferisce a Oia, affittando la cascina dall’Ospedale di Carmagnola
  • 1975 I figli Giuseppe e Giovanni acquistano i terreni: l’anno dopo si costruisce la stalla
  • 1998 A Giovanni subentra il figlio Tonino e si ammodernano gli impianti di mungitura
  • 2004 L’azienda viene suddivisa tra Tonino e il cugino Silvio

Selezione genetica, alimentazione e benessere animale hanno portato miglioramenti inimmaginabili soltanto pochi anni fa. La tecnologia ci aiuta tanto, ma sono convinto che l’esperienza e il contributo umano sia essenziale in questo lavoro». Più produzione, ma anche miglior qualità di latte che si trasforma in formaggio con caratteristiche organolettiche sempre più apprezzate (l’azienda non ha mai smesso di conferire al caseificio Biraghi). Oltre cinquant’anni di storia per l’azienda agricola, con un futuro che si tinge di rosa. Chiara, 18 anni, è la primogenita di Tonino. Come spesso ripete al padre, sarebbe un peccato lasciar morire una trazione così lunga. Chissà che non sia lei, insieme al piccolo fratello Andrea (13 anni), a scrivere la prossima pagina della storia dei Fissore.