Là dove gracidavano le rane

Un tempo Cascina Rantano era circondata da terreni acquitrinosi

243

La storia della famiglia Biolatti, che ha trasformato l’azienda agricola alle porte di Marene

Non è facile immaginare che quelle terre oggi così fertili fossero acquitrini paludosi. A riportare la memoria a quei tempi lontani, a quando il gracidio delle rane accompagnava ogni giornata e i campi luccicavano di acqua sorgiva, resta il nome: Cascina Rantano. Un nome che ricorda l’origine di queste campagne a metà strada tra Marene e Fossano, a una manciata di chilometri dal castello della Salza, che nella seconda metà del Duecento fu fatto costruire dalla nobile famiglia saviglianese dei Gorena.

LE RADICI

Per la famiglia Biolatti, che da quasi sessant’anni gestisce la cascina, la strada per raggiungerla è stata lunga. E parte da Carmagnola, da Borgo Salsasio, dove bisnonno Giovanni viveva con la moglie Caterina Alloa, gestendo a mezzadria un piccolo casolare.

Il Novecento che bussa porta un primo cambiamento. Dal torinese, la famiglia si trasferisce in località Cascine Grosse, a Cavallermaggiore, dove si moltiplicano i terreni da coltivare e gli animali da accudire. Nella stalla qualche vacca, poche galline che scorrazzano nell’aia.

A dare una mano a Giovanni nei campi arrivano i figli Giuseppe e Giorgio (1909), che assieme alle sorelle Caterina, Domenica, Maria e Teresina, supportano i genitori nelle faccende di tuti i giorni.

Fortunatamente la Grande Guerra non lascia troppe ferite in famiglia, che nel 1920 decide nuovamente di tentare una nuova avventura.

A San Martino, Giovanni e i suoi figli fanno le valigie in direzione Costa Trucchi, piccola frazione alle porte di Marene. Dove restano per un paio d’anni, prima dell’ennesimo trasloco: questa volta la destinazione è località Salza, in una piccola cascina proprio ai piedi dell’antico podere nobiliare.

Il lavoro non manca. Ma neppure la voglia di crescere e pensare al futuro.

E così Giorgio, nel 1937, si unisce in matrimonio con Ferdinanda Testa, originaria di Bra. Dalla loro unione nasceranno Caterina (’38), Giovanna (’39), Giovanni (’42), Raimondo (’44), Marilena (’46) e Margherita (’52). Una famiglia numerosa, molto affiatata, che affronta senza paura le sfide che ogni giorno la vita le pone davanti. Come la Seconda Guerra Mondiale, che, miracolosamente, Giorgio riesce ad evitare, richiamato solamente per qualche mese di battaglia alla fine del conflitto.

Da destra: Ferdinanda, Giorgio, Giovanni, Raimondo, Rina, Giovanna, Marilena e Rita

E mentre i figli crescono, aumentano anche le esigenze di spazio e d’indipendenza. Qualcuno lascia la casa paterna (sposandosi e trasferendosi altrove), altri restano in cascina, consapevoli che sia arrivato il momento di dare una nuova accelerata alla propria storia.

IL TRASLOCO

L’occasione arriva nel 1968, quando Cascina Rantano – un casolare a qualche chilometro di distanza da quello che stavano mandando avanti – si libera: a seguire il papà, ci sono i figli Giovanni, Raimondo e Rita. Nella piccola stalla, una trentina di piemontesi.

Passano soltanto due anni (1970) e arriva il momento di scrivere un’altra pagina: Giovanni si sposa e torna nella vecchia cascina della Salza (che nel frattempo la famiglia ha continuato a gestire), mentre Raimondo convola a nozze con Domenica Patriti (classe ’45), conosciuta durante le campagne di trebbiatura del grano, quando da Marene ci si spostava fino a San Lorenzo di Fossano.

Anche se il fratello si era trasferito di qualche chilometro, si continua a lavorare come un’unica grande azienda, condividendo la fatica e le attrezzature.

Ma per la gran parte del lavoro serve la forza delle braccia: con la mungitura a mano, in cascina non si producono più di due bidoni di latte al giorno, che ogni mattina vengono lasciati su una panchetta all’ombra del grande albero all’incrocio della strada, in attesa che il carrettino della raccolta passi a recuperarli.

Come si presentava Cascina Rantano
Com’è stata trasformata negli anni

La truppa di Cascina Rantano cresce: nel 1972 nasce Simonetta, tre anni più tardi Giorgio.

E nel 1978 arriva l’occasione tanto attesa: la proprietà mette in vendita fabbricati e terreni che, con grande sforzo, Raimondo acquista per garantire un futuro alla propria famiglia.

Un passo dopo l’altro, la strada sembra essere finalmente in discesa (nell’85 la costruzione di una nuova stalla, nel ’90 la ricostruzione della cascina e del portico), ma uno stop inaspettato obbliga a cambiare programmi: agli inizi degli Anni Novanta le politiche di risanamento degli allevamenti hanno ripercussioni anche qui, con l’abbattimento di tutti gli animali.

L’ALLEVAMENTO DA LATTE

Il ’92 è l’anno della ripartenza, che coincide con la scelta di focalizzarsi sulla produzione di latte (sono di razza frisona le prime 25 vacche acquistate), mantenendo però la tradizione del pascolo.

Prima di passare al trasporto latte, si munge con il secchiello e la mandria, poco per volta, inizia a crescere di numero (si arriva a una sessantina di capi).

È proprio in quel periodo che Giorgio, che per una decina di anni aveva lavorato in un’azienda frutticola (senza mai tralasciare la stalla), decide d’investire completamente sull’attività di famiglia. Diventa titolare dell’impresa agricola, s’impegna nel perfezionare l’alimentazione degli animali e nel 2000 costruisce una nuova stalla, con annessa sala mungitura.

Da allora, piccoli e grandi miglioramenti nella gestione aziendale, con un’attenzione particolare al benessere animale (la costruzione del paddock esterno ne è un esempio). Mentre la sorella Simonetta lascia la cascina nel ’93 per spostarsi a Marene, Giorgio (che nel 2004 si è sposato con Mirella Cacciolatto) mantiene le sue radici in cascina. A Cascina Rantano, dove il gracidio delle rane resta negli echi della storia.